Foto Museo Storico AM Vigna di Valle

che poi il gheregheghez mica lo si deve fare solo ai piloti. Senza gli aeroplani non ci sarebbero mica i piloti. Magari qualche ragazzino che si butta dal tetto, questo si. Gheregheghez! E giù di sotto, che pare un capitombolo onomatopeico. Ma sono gli aeroplani che ci portano su. E come quando ti metti in tasca un coltellino e vai per i boschi quel pezzo di lama diventa simbolo di tutte le tue avventure, così anche ‘sto aeroplano anche solo ad accarezzarlo ti fa volare, no?  E poi ci sono quelli che non volano, le persone intendo. Gente che vola con la fantasia, mica perché ha paura, non sempre almeno. Gente che va nei musei. E come me si emoziona. E non si sa il perché, mica abbiam fatto la guerra in aviazione noi. Eppure entri e li vedi da lontano e già ti senti più leggero, trascinato, attirato. E và che ti esalti e ti commuovi. Boh. Poi dicono. Mai avuto a che fare con cavalli o buoi. Sono uno di città. Però quando sfioro un aeroplano io sento quella cosa lì, passo con la mano e sento il fianco che freme, accarezzo l’ala e che ne so, mi sembra che stia per volare. Io li capisco i piloti che ci hanno volato, e combattuto. Erano i loro cavalli, i loro compagni. Un aereo che si scassava ti spaccava il cuore come un purosangue azzoppato. Però se non hai paura e ci voli, ragazzi è fantastico. Quel momento che decolli, che gli tiri un po’ la briglia, ti pare che davvero sia lui a portarti su. Con una volontà sua intendo. Volare è fantastico. A ogni decollo vien da fare il Gheregheghez. Evviva, hurrà! E allora tu vedi ‘sti Macchi, i Savoia Marchetti, i Fiat messi chiusi in questi hangar e ti par che soffrano, che chiedano l’aria ed il vento e soffri anche tu a vederli lì inchiodati e ti chiedi perché li ami così. Non si sa. C’è chi ama i fiori, noi si ama gli aeroplani. Forse è una questione di frequenza, di assonanza. Carne, metallo e mente che vibrano sulla frequenza del volo. C’è che dice che i luoghi trattengono le emozioni delle persone che li hanno abitati, una cosa tipo i fantasmi. Allora può essere che noi sentiamo gli ingegner Marchetti, Castoldi e i Gabrielli che discutono sui progetti, e sentiamo gli operai che li hanno costruiti a martellate, carezze e sacramenti ‘sti aeroplani, e sentiamo i piloti e le tirate, le battaglie, gli urli ed i record che c’han fatto sopra. Sentiamo i pensieri e le emozioni che li han fatti volare. E allora ci vien da saltar su ed esclamare Gheregheghez! che ci par che l’aereo e gli uomini che l’han volato ci rispondano Ghez! Ghez!

GHEREGHEGHEZ

Gheregheghez Squadratlantica